domenica 21 novembre 2021

"Se dite che sono governativo, ritiro il film dagli Oscar" Lo sfogo di Farhadi, accusato anche di plagio

Lungo sfogo di Asghar Farhadi che, in un post scritto in persiano pubblicato martedì scorso su Instagram, si smarca dalle accuse di essere vicino alle istituzioni della Repubblica Islamica. 





Questo è il post di Farhadi (traduzione di Sara Fallah):

Nel corso degli anni, ho cercato di evitare conflitti, concentrandomi sempre sulla scrittura e la realizzazione di film. Pensavo che la risposta a tutte le calunnie nei miei confronti fosse il mio lavoro, senza bisogno di altre spiegazioni. Ma questo mio silenzio ha convinto alcuni a continuare con le accuse a ruota libera, con la convinzione che Farhadi non avrebbe mai risposto.

Il motivo di questo post è la dichiarazione di una persona che non conosco e che mi ha accostato al governo e allo stesso tempo ad ambienti esteri. Sia chiaro: io ti odio!

Come potete dire che sono vicino a un governo i cui media non hanno risparmiato sforzi per distruggermi, emarginarmi e stigmatizzarmi negli anni scorsi. Un governo al quale ho chiarito il mio punto di vista sulle sofferenze che ha causato negli corso degli anni. È di dominio pubblico quanto ho detto e scritto dal 1996 al 1998, e sulla tragedia amara e imperdonabile dei passeggeri uccisi dell'aereo ucraino, sulla crudele discriminazione contro donne e ragazze, sull'aver portato il paese alla disgrazia del coronavirus.

Come fate a dire cose del genere quando tantissime volte in aeroporto mi hanno sequestrato il passaporto, o mi hanno condotto a sottopormi a interrogatori? Come potete accostarmi a un governo che su di me ha più volte detto: "Meglio che Farhadi non torni in Iran"?
Non ho mai avuto la minima affinità con il vostro pensiero arretrato, né ho bisogno delle vostre stronzate per nascondere elogi.

Voi, che per tanti anni anni avete cercato di sottrarvi alle responsabilità, avete accusato di "oscurità" ciascuno dei miei film, ed è sorprendente che ora sia in corso uno stesso tentativo di accusarmi di  "sbiancatura"!
Se non ho mai parlato della persecuzione che mi avete inflitto, è solo perché non ho voluto andare avanti se non con il mio lavoro, in cui credo. Non pensate che sia mai stato d'accordo con voi.

Se la candidatura del mio film agli Oscar da parte dell'Iran vi ha portato alla conclusione che sono all'ombra della vostra bandiera, dichiaro esplicitamente che non ho problemi a ritirare questa candidatura. Non mi interessa più il destino dei film che ho fatto con tutto il cuore; sia in Iran che fuori dall'Iran. Questo film se ha veramente importanza rimarrà, altrimenti sarà dimenticato.

Mi dispiace davvero che il mio tentativo di rimanere in Iran, fare un film in Iran e mostrarlo in Iran, implichi che stia facendo il doppio gioco. Ho sempre scritto e fatto film con tutto il mio cuore. Chi mi conosce intimamente sa che ho sempre amato vivere in mezzo agli iraniani e fare film per questa gente, anche se ho avuto l'opportunità di lavorare e vivere ovunque nel mondo, lontano da queste difficoltà.

Ma questa volta è come se ci fosse un grande sforzo da tutte le parti per trasformare questo amore e questa speranza in scoraggiamento. Alcune persone hanno pubblicato ricordi distorti e falsi, altri mi hanno calunniato e hanno fatto false affermazioni, altri ancora mi hanno accostato al governo.
Anche se sono sicuro che queste persone che mi vogliono male continueranno per la loro strada, io pubblico questo post per rispetto verso coloro che cercano la verità, e cercherò presto di parlare apertamente anche di altri gossip che hanno creato sul mio conto.


Alle origini di una reazione così dura, da parte di una persona solitamente pacata come Farhadi, ci sarebbero accuse di plagio: per "A Hero" - in uscita nelle sale italiane il prossimo 5 gennaio, il regista avrebbe copiato senza citare la fonte il documentario "All Winners, All Losers" realizzato nel 2015 per un workshop da una sua allieva, Azadeh Masihzadeh. I legali di Farhadi e un testimone (vedi anche qui) sostengono tuttavia che l'idea di partenza e la supervisione del documentario fosse del cineasta premio Oscar. 

Per sostenere le sue posizioni, lo scorso 12 novembre Masihzadeh ha caricato su Youtube il documentario, con sottotitoli in inglese:

Aggiornamento: la direttrice dell'istituto si è schierata con l'allieva.





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