"Ho visto raramente film della potenza di quelli del regista iraniano Abbas Kiarostami, che hanno lasciato un segno indelebile su di me. In Dov’è la casa del mio amico?, un bambino ha portato a casa con sé per sbaglio il quaderno del suo compagno di banco, e fa tutto ciò che è in suo potere per restituirlo. Sa che il maestro ha minacciato di espellere dalla scuola il suo amico per la sua negligenza nel fare i compiti a casa. Il bambino ha faccende domestiche da sbrigare – come comprare il pa ne e badare al fratellino – ma in violazione della ferrea disciplina sotto cui vive, fugge e scompare oltre la collina in cerca del suo compagno di classe. È un film struggente e sbalorditivamente semplice, anche se si avverte subito che i film di Kiarostami affondano le proprie radici in cinquemila anni di poesia persiana. Prendi un taxi dall’aeroporto alla città di Tehran, ed è possibile che l’autista ti reciti Khayyām, Firdusi e Hafez. C’è una scena in Close-Up di Kiarostami – uno dei migliori film sul cinema mai realizzati – in cui all’improvviso la narrazione si ferma per qualche secondo mentre osserviamo una bomboletta spray che rotola giù da un pendio finché non si ferma. È roba audace."
Werner Herzog, da "Guida per i perplessi. Nuovi incontri alla fine del mondo"
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