Il giovane e indigente Ali porta suo padre, sofferente da due anni di una malattia gastrointestinale che gli toglie le forze, dai sobborghi fino al centro di Teheran. Di fronte a un ospedale incontrano il dott. Sameri, che gestisce un'opaca banca del sangue, contaminato prima di essere consegnato alle cliniche, e che convince l'ignaro Ali a donare il proprio dietro compenso. Ottenuta poi una visita, il ragazzo si innamora dell'infermiera Zahra, riesce col suo aiuto a portare del cibo ospedaliero al padre, inizia a collaborare con Esmail, addetto alle forniture dell'ospedale che arrotonda vendendo cibo scadente ai vagabondi. Gradualmente Ali, con sempre meno scrupoli, si inserisce nel ciclo economico illegale nell'indotto della clinica, e trascura suo padre, che non sopravvive.
Nuova collaborazione, dopo il capolavoro "The Cow", tra Dariush Mehrjui, lo scrittore Gholamhossein Saedi (che adatta un suo racconto insieme al regista) e gli attori Ezzatolah Entezami e Ali Nasirian, cui si aggiungono il protagonista Saeed Kangarani (recentemente scomparso, come Entezami) e la diva del filmfarsi (il cinema commerciale prerivoluzionario) Firouzan.
"The Cycle" (Dayereh-ye Mina) è il racconto della perdita di innocenza da parte di un giovane a contatto con l'inefficienza, la corruzione, l'illegalità endemiche nella società urbana e modernizzata degli anni 70.
Generalmente considerato tra i film più riusciti del regista, è però parzialmente irrisolto sul piano stilistico: da un lato il crudo realismo di sequenze come quella nella sala d'attesa del dott. Sameri - popolata da tossicodipendenti e vari diseredati questuanti - che però non raggiungono l'intensità drammatica di "TheCow"; da un altro la satira della sistema sanitario iraniano - con medici che scherzano e mangiano davanti ai pazienti, e cadaveri trasportati in un magazzino seminterrato - non accompagnata da un adeguato scarto di tono verso la commedia; da un altro ancora le poche, del tutto insolite, davvero delicate scene di seduzione e affetto tra Ali e Zahra.
Realizzato nel 1973-1974, il film viene bloccato per oltre tre anni su richiesta dell'Associazione Medici Iraniani. Affinché venga distribuito si prodiga direttamente l'imperatrice Farah Diba. Nel mentre, Saedi viene arrestato e torturato per motivi politici.
Una volta proiettato, "The Cycle" ha un impatto sociale tale da portare alla creazione di una banca nazionale del sangue.
Il titolo è ispirato a un verso di Hafez sul ciclo dell'universo e della vita, in ossequio alla filosofia mistica del regista, anche se il richiamo ai Cieli si perde nella traduzione. Ma può riferirsi anche alla circolazione del sangue nel corpo umano, o all'autoperpetrarsi dell'attività criminale.
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