lunedì 16 giugno 2025

Bombe da Israele, registi iraniani divisi

Dopo giorni di silenzio dall'inizio della guerra imperialista di Israele all'Iran, voci autorevoli del cinema iraniano iniziano a farsi sentire, rivelando divisioni.

I grandi nomi della dissidenza, Jafar Panahi e l'esule Mohammad Rasoulof, hanno rotto gli indugi firmando un appello congiunto con le premi Nobel per la pace Narges Mohammadi e Shirin Ebadi.

La loro presa di posizione chiede esplicitamente all'Iran la sospensione dell'arricchimento dell'uranio e, in modo radicale, la fine del regime stesso, oltre alla cessazione delle ostilità da entrambe le parti, aggressore e aggredito.

Dall'altro lato, registi che operano più spesso all'interno del perimetro consentito dalle istituzioni, come Nima Javidi (regista di "Melbourne"), hanno utilizzato i social media per esprimere la loro contrarietà alla guerra.

Una voce particolarmente coraggiosa arriva dai registi di "Kafka a Teheran", Ali Asgari e Alireza Khatami.

Pur essendo autori di opere fortemente critiche verso la Repubblica Islamica e le sue contraddizioni, si sono schierati senza esitazione e senza ambiguità contro la guerra e le sue devastazioni fin dai primi momenti.

Silenzio assoluto, invece, da tanti registi importanti di film che abbiamo amato 


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