venerdì 16 novembre 2018

Two Women, Tahmineh Milani (1998)



Principale esponente della seconda generazione di cineaste iraniane - che segue quella guidata da Rakhshan Bainetemad - Tahmineh Milani, classe 1960, realizza i film più apertamente politici e attenti alla condizione della donna. Con l'ottimo "Two Women" (Do zan) firma quasi un manifesto femminista.

La protagonista del film è una sola, Fereshteh, studentessa di architettura nei giorni turbolenti della Rivoluzione (su cui il film sorvola). L'altra donna, Roya, ne è il contraltare. Compagna di studi, meno dotata di lei ma più benestante, ha un matrimonio felice e trova impiego nell'edilizia. Fereshteh, invece, è perseguitata da un uomo che vuole sposarla, e che minaccia di sfregiarla con l'acido e di accoltellarla. Per sfuggirgli provoca un incidente automobilistico e viene arrestata. Un altro uomo paga la cauzione per il rilascio, per poi rivendicare il diritto a prenderla in moglie. Cedendo alle insistenze, la donna accetta; finirà segregata in casa, senza la possibilità di avere contatti con Roya e con l'esterno, privata del diritto allo studio, madre di due figli non desiderati.

All'interno di una struttura a flashback, la Milani, grazie anche alla straordinaria attrice protagonista Niki Karimi, tratteggia con grande forza drammatica un memorabile ritratto di donna intraprendente, intelligente, passionale anche nella compessità dei sentimenti nei confronti del marito. Tante le sequenze vibranti, a partire dal ritrovo delle due amiche. Il punto di vista, funzionale a celebrare il bisogno di emancipazione, ma anche l'amicizia e la solidarietà femminili, va un po' a scapito dei personaggi maschili, monodimensionali nel loro rozzo e violento ossequio a una mentalità reazionaria.



La scelta di ambientare il racconto in due epoche diverse vuole indicare un peggioramento, con il consolidamento del regime degli ayatollah, non solo della condizione nella donna, ma anche del libero accesso alle università, che negli anni 80 vengono chiuse, a danno della generazione della regista. Il racconto ha infatti una parziale origine autobiografica: studentessa e praticante architetto prima di passare al cinema, Tahmineh Milani ha seguito un percorso simile a quello di Roya.
Tuttavia, la possessività degli uomini emerge già nel corteggiamento molesto del primo spasimante.

Nelle proteste a inizio film si intravvedono icone comuniste. La militanza comunista sarà tema del successivo "The Hidden Half" (2001), che costerà il carcere all'autrice.

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