sabato 26 gennaio 2019

20 Fingers, Mania Akbari (2004)



Dondolando sull'altalena, Mania (Mania Akbari), adulta, ricorda di quando sua madre le chiedeva di smettere di giocare. Seguono sei episodi in cui è in coppia con Bijan (Bijan Daneshmand, anche produttore del film). In auto, su una strada innevata, raccontano dei rispettivi primi giochi erotici da bambini; l'uomo ha in serbo una sorpresa, che si concretizza quando spegne il motore e lo schermo si fa completamente nero per molti secondi. A bordo di una funivia, è la gelosia il tema di dibattito. In moto, con in braccio la figlia Zahra, discutono se abortire il nuovo bambino in arrivo, anche sulla base delle condizioni lavorative di entrambi; dopo un litigio, Mania afferma di non voler più vivere con Bijan. Di nuovo in auto, si confrontano su fedeltà, monogamia, divorzio. Al ristorante, ragionano su come si comporterebbero se fossero nati di genere opposto. Su un treno, Bijan rimprovera alla moglie di aver invitato, in sua assenza, un'amica accompagnata dal suo ragazzo, a lui sconosciuto; Mania rivela di avere avuto un rapporto omosessuale con l'amica. Su una moto d'acqua, Mania racconta quanto è appagante fare l'attrice.

Girato in piani-sequenza della durata di circa dieci minuti l'uno - eccetto il primo e l'ultimo, più brevi - separati da dissolvenze in nero, "20 Fingers" è una riflessione molto teorica, e non troppo appassionante, sulla condizione della donna iraniana, a partire dal microcosmo del rapporto di coppia. La sceneggiatura, a cura della regista, opta per il confronto tra un uomo tradizionalista e una donna liberale, mostrati sia prima del matrimonio sia da coniugati, in una struttura che non segue la consequenzialità temporale. Sin dal primo episodio a due, il migliore e più scioccante del film, si mette però in chiaro la dinamica di sopruso dell'uomo sulla donna: la 'sorpresa' di Bijan è il controllo e la violazione della verginità di Mania, mentre il buio completo non chiarisce le modalità in cui la violenza si è consumata. 
I protagonisti sono sempre a bordo di mezzi di trasporto, tranne nella sequenza del ristorante, in cui tuttavia sullo sfondo c'è il traffico della città. La scelta sta a simboleggiare una società in movimento, che però non si lascia alle spalle una certa mentalità retriva.





Per affrontare temi così espliciti, l'autrice ha modificato completamente lo script che aveva ottenuto il visto censura; il digitale impiegato per le riprese ha consentito di girare al riparo da eccessivi controlli; infine, "20 Fingers" è stato post-prodotto a Londra, con la consapevolezza che sarebbe stato messo al bando in patria.

Lungometraggio d'esordio della regista, è dedicato ad Abbas Kiarostami, che aveva lanciato Mania Akbari come attrice protagonista di "Dieci", a cui "20 Fingers" è chiaramente ispirato.
In Italia, è stato trasmesso da Fuori Orario.

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