mercoledì 21 agosto 2019

Un semplice evento, Sohrab Shahid Saless (1973)

Mohammad è un bambino che, oltre a frequentare la scuola con cattivi risultati, aiuta il padre, analfabeta e alcolizzato, nell'attività di pescatore di frodo. Nella monotonia di una realtà periferica e statica, nel nord dell'Iran (Mar Caspio), la morte della madre malata è solo un evento qualunque: Mohammad abbassa la testa, il padre singhiozza in campo lungo contro la parete. Dissolvenza. Breve visita dei due al cimitero. La vita continua tale e quale.




Lungometraggio d'esordio di Sohrab Shahid Saless, uno dei primi maestri del cinema iraniano d'autore, formatosi nelle scuole di cinema europee (a Vienna e Parigi) e già realizzatore di alcuni cortometraggi documentari sulla danza, oltre, tra l'altro, al corto sperimentale "Bianco e Nero" prodotto dall'istituto pedagogico Kanun (si può vedere a questo link). Un regista spesso celebrato da colleghi che debuttano nello stesso periodo come Abbas Kiarostami* e Amir Naderiche nel film "Cut" ha inserito "Un semplice evento" (Yek Etefagh sadeh) tra i quaranta migliori della storia.

In effetti parliamo di un lavoro rigoroso e poetico, annoverabile tra i grandi film iraniani sull'infanzia, con un memorabile protagonista sottoposto a un'educazione scolastica rigida e alla severità paterna.
Il regista aveva ottenuto, dall'ente ministeriale per cui lavorava a contratto, finanziamenti per un opera su commissione della durata di venti minuti, ma di sua iniziativa ha portato a compimento un lungometraggio.

Vincitore di due premi a Berlino, "Un semplice evento" non è stato distribuito in Italia, ma nel 2015 è stato proiettato al Cinema Ritrovato di Bologna. La bella scheda curata dal festival include questa significativa annotazione: Il film fu girato a Bandar Shah. Saless, che era un ammiratore di Čechov, scelse il luogo per la sua atmosfera vagamente russa e perché si trattava di un capolinea ferroviario, una sorta di vicolo cieco come le esistenze dei suoi personaggi. A interpretare il ragazzo è Mohammad Zamani, che non era mai stato al cinema in vita sua e sulle cui fragili spalle si intuisce tutto il peso del mondo. 





L'incipit lungo i binari della ferrovia sembra anticipare la location di "Still Life", opera immediatamente successiva realizzata con uno stile ancora più asciutto, e ultima fatica del regista in patria prima dell'emigrazione in Germania. Realizzerà diversi altri film, ma "Un semplice evento" resterà: il film più nobile che ho mai realizzato in vita mia.

Sottotitoli in italiano, tradotti da Cristina Bianciardi, scaricabili cliccando qui.


*Per un confronto tra "Un semplice evento" e "Dov'è la casa del mio amico" cfr. C. Gow - "From Iran to Hollywood"

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