giovedì 31 maggio 2018

Killing Mad Dogs, Bahram Beizai (2001)

A dieci anni dai problemi censori che avevano coinvolto il precedente, straordinario "The Travellers", il factotum Bahram Beizai ottiene i permessi governativi e i finanziatori privati per riesumare una sua vecchia sceneggiatura e produrre, montare, dirigere un nuovo lungometraggio: "Killing Mad Dogs" (Sagkoshi).



Teheran, passato prossimo. La scrittrice Golrokh Kamali torna in città dopo tanto tempo per provare a saldare i debiti del marito, apparentemente causati da un socio dedito al riciclaggio internazionale. In un'odissea tra pericolosi malavitosi (più o meno occulti) riuscirà nella missione, scoprendo però una dolorosa realtà diversa dalle apparenze. Materiale buono per concludere il suo ultimo romanzo, "Uccidere cani rabbiosi".

Metafore autobiografiche (anche nei tempi di ambientazione del racconto) sull'artista costretto ad affilare gli artigli per rivendicare il proprio orgoglio e vendicare i torti subiti; ma declinate al femminile. Assumendo sempre più il ruolo di protagonista unica della vicenda, Golrokh Kamali emerge, sgomitando, con l'astuzia e con le maniere forti, in un mondo in cui le questioni finanziarie sono, ben più che le altre, esclusivo appannaggio maschile. Un mondo morso dalla piaga del debito e dal denaro che tutto corrompe.


Rispetto ad altre opere del regista, il piano realistico domina per lunghi tratti, in un film dalla durata anomala nel contesto della produzione nazionale (oltre 135 minuti). Suggestioni differenti emergono soprattutto nel finale. Il risultato è riuscito, ma meno sorprendente del solito. La cornice di genere, che ricorda i film in voga nel paese negli anni settanta, facilita la fruizione e l'accoglienza, conducendo a quattro premi al Fajr di Teheran.

Prolisso e a volte un po' frenetico, "Killing Mad Dogs" ha momenti fortemente scenografici, come la sequenza nel cantiere edile, ma vanta soprattutto un cast da applausi capitanato dalla protagonista Mozhdeh Shamsai, che tratteggia un personaggio in crescendo per consapevolezza e forza.

Per una spiegazione del sistema creditizio iraniano, si veda la recensione di Michela Manetti.


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