martedì 14 luglio 2020

I migliori film iraniani degli anni 80

Sondaggio condotto tra 17 critici della rivista “Film” di Teheran e pubblicato nel volume del 1990 “L'Iran e i suoi schermi”.
I primi tre classificati sono con l'attrice Susan Taslimi.



1. Bashù il piccolo straniero – Bahram Beizai
2. Madian (La giumenta) - Ali Zhekan
3. Shayad Vaghti Deegar (Forse un'altra volta) – Bahram Beizai
4. Captain Khorshid – Naser Taghvai
5. Il corridore – Amir Naderi
6. Marg Yazdgerd (La morte di Yazdgerd) – Bahram Beizai
7. Acqua, vento e sabbia – Amir Naderi
8. Hamun - Dariush Mehrjui
9. The Tenants - Dariush Mehrjui
10. Dov'è la casa del mio amico – Abbas Kiarostami

venerdì 10 luglio 2020

Intervista su Offside

Nuova diretta Facebook (e altri canali) di Antonello Sacchetti, che mi ha intervistato l'1 luglio sul film di Jafar Panahi.




L’invito dell’Oscar Academy alla regista Narges Abyar scatena proteste

Cinque professionisti dell'industria cinematografica di origine iraniana sono stati invitati il 30 giugno a far parte dell'American Academy of Motion Picture Arts and Sciences, l'ente che sceglie i vincitori degli Oscar: Narges Abyar, Samira Makhmalbaf, Ali Abbasi, Elhum Shakerifar e il compositore di colonne sonore Sattar Oraki.

La scelta di Narges Abyar ha scatenato la rabbia di alcuni professionisti iraniani dell'industria cinematografica, che chiedono all'Accademia di ritirare l'invito: "La selezione di Narges Abyar equivale a un avallo della censura di tutti i cineasti indipendenti e impegnati, equivalente alla convalida della repressione degli artisti iraniani, in esilio nel proprio paese in condizioni di povertà e silenzio solo perché non accetterebbero di cooperare con il regime", afferma la petizione online (in parte in inglese) di un gruppo di professionisti iraniani dell'industria cinematografica, che ha raccolto finora 1.500 firme.



Nata a Teheran nel 1970, Abyar inizia come scrittrice, pubblicando una trentina di opere per bambini e adulti, prima di intraprendere la carriera cinematografica. Il suo film del 2016 "Breath" (Nafas) è stato il candidato ufficiale dell'Iran per la categoria Miglior film straniero sia ai 75° Golden Globe Awards sia ai 90° Academy Awards. Sebbene il film non sia stato selezionato per nessuno dei due premi, Abyar è stata la prima donna in assoluto ad essere stata scelta dall'Iran per rappresentare il paese agli Academy Awards.

Un importante regista iraniano, che ha richiesto l'anonimato per motivi di sicurezza, ha riferito a Kayhan Life, un sito sulla comunità iraniana nel mondo, che Abyar avrebbe fatto una visita ufficiale alla famigerata prigione Evin di Teheran, per celebrare l'anniversario dell'apertura del suo cinema, accompagnando funzionari della magistratura e il capo delle carceri dell'Iran.  "Diversi cineasti di fama internazionale sono stati incarcerati in questa prigione in passato, tra cui Jafar Panahi e Mohammad Rasoulof, e documentaristi come Mohammad Nourizad stanno ancora scontando un periodo in prigione", ha osservato il regista.

Hassan Ronaghi, un blogger che era detenuto nella prigione di Evin durante la visita di Abyar, ha twittato: “Narges Abyar è tra una manciata di cineasti che poterono visitare la prigione nel 2014. I detenuti nel blocco 7, incluso me, hanno contestato la sua visita […]. In conseguenza non ho potuto ricevere visitatori per un mese. […]”

Un altro noto regista iraniano che attualmente attende una pena detentiva che lo rimetterà in prigione a Evin ha dichiarato a Kayhan Life: “In Iran non possiamo criticare apertamente gli Oscar per aver invitato Narges Abyar. La nostra è una protesta silenziosa. Nessuna persona nell'industria cinematografica [iraniana] si è congratulata con lei per essere stata invitata ad entrare all'Accademia. Il nostro silenzio mostra il nostro disprezzo per questa scelta."

"Il film di Narges Abyar "Track 143" è stato proiettato nell'ufficio della Guida Suprema Khamenei con la regista presente", ha osservato il regista. “Oltre ad Abyar, erano presenti anche suo marito, Mohammad Hossein Ghaemi, che produce i suoi film, e diverse altre persone associate alla pellicola. Alla fine del film, che parla della guerra Iran-Iraq [1980-88], Khamanei ha detto all’autrice "Hai fatto un ottimo lavoro”. Non ricordo che la Guida abbia mai elogiato nessun altro regista".

“Track 143” è un adattamento dal suo romanzo “The Third Eye”, che racconta la storia di una donna e dei suoi figli durante la guerra Iran-Iraq (1980-88). Abyar ha anche realizzato svariati documentari e cortometraggi, principalmente sulla guerra Iran-Iraq.

Nei giorni scorsi un certo numero di iraniani sui social media ha condiviso una fotografia che la immortala mentre fa visita a Khamenei in ospedale a seguito di un intervento alla prostata nel settembre 2014. Diversi hanno notato che Abyar e suo marito erano tra un piccolo gruppo di persone che potevano visitarlo in ospedale, possibilità da cui furono esclusi alcuni funzionari del governo. Sui social network si vocifera che Ghaemi abbia stretti legami con i servizi segreti.




Narges Abyar è stata ospite a Roma nel 2018 nella rassegna “Tre donne: un altro cinema iraniano”, insieme a Ida Panahandeh e a una storica sostenitrice dei diritti civili come Rakhshan Banietemad.


Altre voci ,di segno opposto, all'interno dell'Iran hanno criticato gli Academy Awards per aver invitato Samira Makhmalbaf, da anni esule (che sta incontrando problemi anche in merito al suo status di rifugiata in Gran Bretagna).

Il quotidiano oltranzista di Teheran, Kayhan, ha condannato gli Oscar per il loro "razzismo e pregiudizio politico". Il documento descriveva l'invito a unirsi agli Academy Awards come "una semplice formalità per compiacere le persone credulone".

“Samira Makhmalbaf non ha alcun lavoro credibile nella sua filmografia. Ha realizzato il suo ultimo film diciott’anni fa”, ha aggiunto Kayhan. In realtà dodici, non diciotto.


Fonti:

Il post ricalca in gran parte il seguente articolo:

Qui c’è la petizione:

Io ho appreso la notizia dalla pagina Facebook della regista Mania Akbari: