mercoledì 30 novembre 2022

Seminario: Le donne nel cinema di Farhadi

Negah presenta: “Le donne nel cinema di Farhadi”.

Un seminario a cura di Chiara Zanini e Claudio Zito, online il 18 dicembre.

Iscrizioni entro il 14 dicembre.

https://negah.it/2022/11/24/donne-cinema-farhadi/








Panah Panahi rende disponibile Hit the Road

Panah Panahi ha deciso di rendere disponibile per il download gratuito la sua opera prima "Hit the Road" (Jaddeh Khaki, 2021), pluripremiata nei festival internazionali. La decisione, comunicata in una story di Instagram, è maturata in seguito alla messa al bando del film in Iran. Il regista sostiene che i diritti d'autore dell'opera appartengano a lui stesso e a suo padre Jafar Panahi, entrambi produttori del film.

E' possibile scaricare "Hit the Road" coi sottotitoli in inglese via Telegram, a questo link:

https://t.me/mehdi_rostampour/11069


giovedì 10 novembre 2022

Alidoosti senza velo

Taraneh Alidoosti ha postato su Instagram una foto senza hijab, in cui regge un cartello con scritto in curdo lo slogan "donna, vita, in libertà", replicato in persiano nel testo del post.



L'attrice è nota in Italia come protagonista de "Il cliente" e come Elly di "About Elly".

Alcuni mesi fa aveva denunciato, con altre colleghe, le molestie sistematiche nell'industria cinematografica iraniana.

domenica 6 novembre 2022

L'avvocato di Farhadi risponde al New Yorker

Il 2 novembre l'avvocato di Asghar Farhadi, Jonathan Gardner, ha fornito alla rivista newyorkese Vulture una breve risposta alle accuse di aver rubato idee a studenti e colleghi per i soggetti dei suoi film. 




Per conto di Farhadi, Gardner afferma che Rachel Aviv, l'autrice dell'articolo, 'ha respinto e omesso quasi tutti i commenti e i documenti del signor Farhadi a lei forniti sulle affermazioni a cui si fa riferimento nell'articolo. Mr. Farhadi ha collaborato con successo con altri artisti per venticinque anni; la signora Aviv ha scoperto una manciata di persone che si lamentavano di non essere state ringraziate abbastanza'.

Gardner nega il resoconto degli eventi di Azadeh Masihzadeh e si attiene all'argomento di Farhadi secondo cui è stato lui a dare ai suoi studenti, inclusa Masihzadeh, l'idea che ha portato al documentario "All Winners, All Losers", la cui trama sarebbe alla base del film di Farhadi del 2021, "Un eore". Gardner si riferisce alla controversia come 'un problema di attribuzione congiunta dei credits che è di routine a Hollywood ogni giorno'.

Di contro, il New Yorker ha ribadito la correttezza della propria ricostruzione.

mercoledì 2 novembre 2022

Il New Yorker accusa Farhadi di plagio

In un lunghissimo articolo pubblicato lo scorso 31 ottobre, intitolato "Il regista premio Oscar Asghar Farhadi ha rubato le idee?" - e rilanciato anche da agenzie iraniane - il New Yorker ha raccolto, lungo quasi tutta la carriera del cineasta, una serie di presunti plagi.


Azadeh Masihzadeh, la principale accusatrice 



Partendo dalla causa (in attesa di verdetto) intentata dalla documentarista Azadeh Masihzadeh, secondo cui "Un eroe" sarebbe copiato dal suo "All Winners, All Losers", il periodico americano ha passato al setaccio la filmografia di Farhadi, sommergendolo di accuse e lasciando ben poco spazio alla difesa del regista.


Così, l'esordio "Dancing in the Dust" trarrebbe origine da una storia raccontata a Farhadi dal drammaturgo Abbas Jahangiran. Questi, mentre aspetta i finanziamenti per trasformarla in un film, da giurato di un festival scopre che ci ha già pensato il suo collega, senza avvisarlo né tantomeno citarlo. Poi arrivano le scuse e i credits, ma non i soldi.


Dopo aver realizzato "Fireworks Wednesday", opera numero tre, Farhadi svilupperebbe insieme al co-sceneggiatore Mani Haghighi anche il copione del successivo "About Elly", ma senza accreditarlo. A mo' di risarcimento, Haghighi finisce nel cast del film. Pure la protagonista Golshifteh Faharani, all'ultimo film in Iran, ha di che lamentarsi di Farhadi, reo di non difenderla adeguatamente dalle accuse che la portano a lasciare il paese.

Ma persino la musa di tante pellicole del regista, Taraneh Alidoosti, si fa beffe di lui, dipingendolo come un egocentrico convinto che tutte le idee che confluiscono nei film siano proprie.


Anche "Una separazione", come "Un eroe", sarebbe in debito con un lavoro concepito durante un workshop di Farhadi da un suo allievo, Mostafa Pourmohammadi, mentre "Il passato" ricalcherebbe la vicenda biografica di Haghighi, volato in Canada per divorziare. Quest'ultimo denuncia anche il furto della sceneggiatura di "Tutti lo sanno", a cui avrebbe lavorato con Farhadi per quaranta giorni, ottenendo nient'altro che un laconico ringraziamento nei titoli di coda.


Quasi tutti i defraudati, a quanto pare, restano sbalorditi, ma in fondo non se la prendono più di tanto, abbindolati dalle capacità affabulatorie di Farhadi, o lusingati per aver contribuito gratis alla gloria del cinema nazionale. Finché l'ex allieva Mahsizadeh non passa alla denuncia. E ora la stampa americana la amplifica, lanciando un me too contro il regista con un tempismo non proprio felice, vista la situazione drammatica in cui versa l'Iran e i rischi che corrono i suoi cineasti.