giovedì 27 giugno 2019

Incontro con Amir Naderi al MIC - Filmati




Il 23 giugno scorso, al MIC Museo Interattivo del Cinema di Milano, Amir Naderi ha presentato il suo ultimo film "Magic Lantern" intrattenendosi per lungo tempo col pubblico.
Ho raccolto i video di tutti i suoi interventi. Sul 'palco', il direttore della programmazione del MIC Enrico Nosei. L'interprete è Kasra Ghazi Asgari.


Nel presentare il film, Naderi parte dalla sua infanzia in Iran.




Dopo la proiezione, Naderi commenta Magic Lantern e risponde alle domande del pubblico.
Molteplici gli appunti sulla storia del cinema per come ha influenzato il regista, sull'uso delle musiche, sull'evoluzione della sua arte dal periodo iraniano a quello internazionale, su Jacqueline Bisset.

Naderi commenta anche il documentario "About Monte" rispondendo all'autore Luca Chiaudano.




Qui Naderi spiega il lato autobiografico dei suoi personaggi, come Amiru de "Il corridore"  e racconta la sua attività di uomo di cinema a 360 gradi. Elenca poi una serie (sorprendente!) di registi italiani che ama.





Infine, il regista riconosce un debito e ammette la sua (presunta) inferiorità nei confronti di altri Maestri del cinema iraniano





giovedì 20 giugno 2019

Raccolta registrazioni audio di mie introduzioni e commenti a film iraniani

Ho raccolto in un canale Youtube di recente creazione, cui ho dato lo stesso nome del blog e della pagina Facebook e in cui sto caricando anche altro materiale, tutti gli audio dei miei interventi a tema cinema iraniano che sono riuscito a trovare. Sono stati registrati nel corso di una decina d'anni al Cineforum del Circolo di Milano, grazie alla passione e alla costanza del fondatore Marcello Perucca, che li ha poi caricati sul sito web del Cineforum. Li riporto in questo post. Sono sempre in due parti: un'introduzione al film e un commento dopo la proiezione
Da quando esiste il blog ho avuto il piacere di intervenire anche altrove, ma che io sappia non esistono testimonianze registrate. 
Ecco dunque i miei interventi, in ordine cronologico.




Rassegna "Il velo sullo schermo", 2009. Qui il quaderno della rassegna.

Il tempo dei cavalli ubriachi, di Bahman Ghobadi.




Oro rosso, di Jafar Panahi





Rassegna "Un incontro di civiltà", 2010. Qui il quaderno.

Persepolis, di Majanne Satrapi e Vincent Paronnaud





Rassegna "In nome del popolo sovrano", 2016. Qui il quaderno

Alle cinque della sera, di Samira Makhmalbaf








About Elly, di Asghar Farhadi, proiezione singola, 2017





Rassegna "L'Iran che cambia", 2018. Qui il quaderno.

Pane e fiore, di Mohsen Makhmalbaf




Il sapore della ciliegia, di Abbas Kiarostami




Una separazione, di Asghar Farhadi





Taxi Teheran, di Jafar Panahi






Oro rosso, di Jafar Panahi. Con interventi di Cristina Bianciardi.







sabato 15 giugno 2019

Talking With A Shadow, Khosrow Sinai (2006)



Un archeologo, un giornalista e altri partecipanti a una seduta spiritica evocano il fantasma dello scrittore Sadegh Hedayat, la cui ombra si materializza fino a interagire con l'ambiente.

Khosrow Sinai, regista specializzato in documentari a tema arte e artisti, racconta uno dei più importanti autori iraniani del '900, mescolando con eleganza atmosfere noir, estratti dalle memorie di Hedayat, immagini di repertorio, ricerca storica. 

Restituendo l'aura maledetta che circonda lo scrittore, uccisosi a Parigi nel 1951, "Talking with a Shadow" (Goft-o-goo ba saye) ne ripercorre la biografia: l'adolescenza persiana; l'emigrazione prima in Belgio, dove assiste al suicidio del suo coinquilino cinese, poi in Francia; l'importante viaggio in India, su cui il film un po' si perde nell'ultima parte.

Filo conduttore, basato sugli innovativi studi di Habib Ahmadzadeh, è l'influenza del cinema espressionista tedesco, in auge al momento dell'approdo di Hedayat in Europa, oltre che di scrittori come Kafka, a cui è normalmente accostato. La pellicola si apre con le immagini de "Il gabinetto del dottor Caligari" e affronta parallelismi anche con "Il golem" e "Nosferatu il principe della notte". 

Il regista è abile nel creare un'atmosfera coerente con il variegato materiale che impiega e riesce a fare della mitica esistenza di Hedayat qualcosa di cupamente e tragicamente magico.

L'incipit è seguito da una delle frasi più celebri dello scrittore, che apre il suo unico romanzo "La civetta cieca": Ci sono delle piaghe che, come la lebbra, corrodono lentamente la nostra anima, in solitudine.