Il giovane ladro Adel chiede e ottiene la mano di Nargess, ragazza con una storia familiare complicata, senza metterla al corrente né della sua reale attività, né del precedente e mai sciolto matrimonio con Afagh, sua partner anche nel crimine. Finché la verità non viene a galla e Nargess prova a convincere Adel a cambiare vita.
Rakhshan Banietemad è una delle prime donne registe nel cinema iraniano post rivoluzionario, nonché una buona narratrice della società più povera e marginale e della condizione femminile. Elementi che le hanno portato una fama suggellata da appellativi quali "La regina del cinema iraniano", e forse una leggera sopravvalutazione critica. Ciò se si guarda al complesso della sua opera: merita di essere celebrato, invece, un film come "Nargess", straziante melodramma che, premiato per la regia al Fajr Film Festival di Teheran (prima volta per una donna regista di film di fiction), l'ha portata all'attenzione internazionale, fino al concorso principale e al premio per la miglior sceneggiatura alla Mostra di Venezia 2014, con "Tales".
Film coraggioso e controverso, nonostante un finale eticamente corretto, "Nargess" suscita clamore non tanto per il triangolo amoroso - la poligamia è tradizionalmente praticata - quanto per la messa in mostra di una donna dedita al furto (Afagh è interpretata dall'attrice che svetta all'interno del cast: l'intensa Farimah Farjami). Ma è soprattutto una una storia di sentimenti lancinanti, raccontata con una passione amplificata dall'uso espressionista delle musiche, in uno stile diretto, dinamico e realistico nei limiti del consentito.
Il personaggio di Nargess ritornerà in "The May Lady" (1998), secondo un'usanza cara all'autrice.
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