venerdì 14 dicembre 2018

Viva...!, Khosrow Sinai (1980)





Nei giorni prima della Rivoluzione, durante una manifestazione, un giovane militante si nasconde in una casa per sfuggire alle forze governative. Il padre della famiglia che vive nell'abitazione, un ingegnere benestante, inizialmente non vuole dare rifugio al ragazzo, ma presto il suo punto di vista cambia. Il giovane prende confidenza con i membri della famiglia, e quando un agente di sicurezza irrompe nella casa, i proprietari non lo consegnano, continuano a coprirlo a oltranza. Le conseguenze sono infine tragiche.

I primi film iraniani dopo i fatti del '79 si concentrano sistematicamente sulle violenze e le delazioni della Savak, la temibile polizia politica dello scià. I rivoluzionari sono rappresentati alla stregua di gangster all'interno di un nuovo cinema di genere, battezzato in vari modi (filmfarsi religioso, film Savak, film di guerriglia) e generalmente stroncato dalla critica. "Viva...!" (Zendeh bad), primo lungometraggio di fiction di Khosrow Sinai, ne condivide il tema ma si differenzia per modalità produttive e riuscita. Dopo le sequenze iniziali, incentrate sui moti di piazza e la repressione poliziesca, il  film è girato quasi esclusivamente all'interno dell'abitazione del regista, allestita all'uopo da sua moglie, la pittrice Gizella Varga, mentre le figlie figurano tra gli attori. 




In questo ambiente claustrofobico, il film sfrutta i meccanismi di suspense del cinema di genere, mentre il piano politico è al contempo esplicito e sottile: se l'uccisione dell'agente che cerca il fuggiasco è significativamente accostata, in montaggio parallelo, a scene in cui vengono fucilati manifestanti inermi, d'altra parte non è volutamente chiaro a quale fazione appartenga il militante, e a chi sia riferito il grido che dà il titolo al film e che apre e chiude la pellicola.
Molto belli e curati i titoli di testa, secondo una tradizione che si è persa negli ultimi decenni.
Il film è stato bloccato in patria, poiché le attrici non indossano il velo.

Il regista, formatosi a Vienna, è soprattutto un veterano del documentario (spesso a tema arte), attivo dagli anni 60 fino ad oggi. È anche musicista e compositore. 

















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