sabato 19 gennaio 2019

Libro: Lo sguardo discreto - Il cinema dell'interiorità da Virginia Woolf a Kiarostami, di Ilaria Gatti (2005)



L'autrice parte di un articolo di Virginia Woolf sul cinema pubblicato dalla rivista "Arts" nel 1926, in cui la scrittrice si lamenta degli stereotipi narrativi in cui cadono i pochi film che le capita di vedere, e brama pellicole capaci di far vedere il pensiero. Ilaria Gatti si muove da queste valutazioni in una direzione estremamente libera, che oltrepassa i rari adattamenti cinematografici dei libri della Woolf per approdare ad alcuni film della storia del cinema in cui è possibile ritrovare uno sguardo scevro da certe convenzioni, basato su stimoli visivi o anche sonori, e che magari la Woolf avrebbe amato.

Uno degli autori di riferimento per questa ricerca è, come da titolo, Abbas Kiarostami; ma ciò che colpisce è come, nell'anno di pubblicazione del volume, sia tutto il cinema iraniano a rappresentare una vera scuola, originale e innovativa.

Un intero capitolo del libro, intitolato "Égard-Regard" è dedicato quasi esclusivamente alla cinematografia persiana: la prima parte "Lo sguardo e il rispetto" affronta cinque film di Kiarostami. Nella trilogia costituita "Dov'è la casa del mio amico", "E la vita continua" e "Sotto gli ulivi", i campi lunghissimi e totali sottolineano la discrezione della mdp attraverso la distanza. Seguono riflessioni su "Il sapore della ciliegia" e "Il vento ci porterà via".

La seconda parte del capitolo, "Sguardi infantili" si concentra su "Il palloncino bianco" e "Lo specchio" (sono frequenti le sequenze in cui gli attori fingono di non voler rimanere tali o decidono di abbandonare il set o pretendono radicali cambiamenti alla loro parte) di Jafar Panahi, "Il silenzio" di Mohsen Makhmalbaf (mostra l'automatica ma consapevole autodifesa dell'interiorità infantile nei confronti del mondo adulto, non solo aggressivo e caotico, ma anche sgradevole e dissonante), "Piccoli ladri" di Marziyeh Meshkini. Il quinto film passato in rassegna è italiano, "Domenica" di Wilma Labate, ma presenta clacson, rumori, voci, richiami per i vicoli: proprio come la Teheran di tanto cinema iraniano.

Piccoli ladri

Tornerà mai, quest'ultimo, ad essere un punto di riferimento a livello mondiale?













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