mercoledì 17 dicembre 2025

Put Your Soul on Your Hand and Walk (Sepideh Farsi, 2025)

 


 

I registi iraniani oppositori della Repubblica Islamica sono spesso freddi nei confronti della questione palestinese, anche perché il governo di Teheran sostiene attivamente Hamas. Fa eccezione Sepideh Farsi, cineasta iraniana residente a Parigi, impossibilitata a rientrare in patria per motivi politici, che qui si confronta con il sorriso della giovane e impavida fotografa Fatima Hassouna, ventiquattrenne come la figlia della regista, e che non ha mai lasciato Gaza.

“Fatma” (o "Fatem") è una ragazza devota, abituata a convivere con la morte: ha già perso diversi membri della sua famiglia nelle stragi compiute dall’esercito israeliano. Sepideh, invece, è una donna più agiata, laica, che può permettersi di prendersi cura dei suoi gatti — un gesto che appare quasi un lusso se confrontato con la condizione dell’intervistata.

Per entrambe, tuttavia, è imprescindibile testimoniare gli eccidi di Gaza. Fatma lo fa con le sue splendide e terribili fotografie, che immortalano case distrutte e pozze di sangue, ma raramente corpi senza vita o feriti. E ma è molto brava anche a scrivere poesie e a cantare, attività che sente più intime e private rispetto al foto reportage. Sepideh, dal canto suo, la (video)intervista dalla Francia, nel 2024, dopo che le è stato impedito di raggiungere Gaza dal Cairo. Il senso di drammatica precarietà è restituito perfettamente dalle continue interruzioni della linea, che vanificano qualsiasi progettualità o riflessione — ad esempio su cosa sia giusto registrare e pubblicare. E, mentre le interviste si susseguono, emerge bene la stanchezza per una situazione sempre più critica, che conculca la grande vitalità di Hassouna e i suoi desideri di viaggiare per il mondo e condurre una vita normale. Un po’ fuori luogo, invece, sono i rimandi dell’autrice alle proprie vicende biografiche, nonché la domanda sul paragone tra il covid e i bombardamenti.

Il sorriso di Fatima Hassouna si è spento definitivamente il 16 aprile 2025, ucciso da un attacco aereo israeliano nel quartiere Al-Touffah di Gaza City, il giorno dopo che il film era stato selezionato per il Festival di Cannes 2025 nella sezione ACID. L'ultima scena del film, con Fatem felicissima per la selezione, mette davvero i brividi.

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